venerdì 25 novembre 2016

NEANCHE CON UN FIORE



Oggi è la giornata mondiale di protesta contro la violenza sulle donne.
Quando arrivano ricorrenze di questa portata la mia mente si affastella di immagini, ricordi, fatti di cronaca, ma soprattutto di confidenze. Quelle che ricevo, spesso, dalle mie clienti.
La violenza è simile ad una pece vischiosa, quando ti tocca, in qualche modo ti marchia. Per sempre. E in seguito potrai avere la vita più bella del mondo, con accanto (nuove) persone che ti amano e ti proteggono, ma se la violenza ha in qualche modo sfiorato, incrociato, o quasi ribaltato, la tua vita, tu non sarai più quella di prima. Il tuo sorriso sarà meno brillante, ma sicuramente più consapevole. Avrai paura di cose che prima non avresti mai detto. Sarai molto più veloce a leggere nel volto degli altri i primi segnali di nervosismo e rabbia. Non riuscirai a guardare alcune scene di film, a leggere alcuni fatti di cronaca, a ridere di certe battute.
Sarai più fragile, ma nello stesso tempo sarai più forte. Ti sentirai una sopravvissuta, una donna che ce l'ha fatta.
Ecco, questo succede quando sei finalmente dall'altra parte. Quando hai allontanato la, o le, persone che ti nuocevano. La vita avrà un nuovo sapore, sarà preziosa. Sentirai di avere nuovamente mille possibilità davanti, mille desideri da realizzare, mille cose affascinanti da fare. Vorrai una vita intensa.
Ma per arrivare a questo, devi saltarlo, quel ponte. Devi smetterla di stare raggomitolata in un angolo a piangere. Devi smetterla di avere paura. Perchè lo so di cosa hai paura. E non è solo paura della prossima minaccia, del prossimo ceffone, del prossimo ricatto. Hai soprattutto paura della solitudine.
Credi di non meritare di meglio. Credi che sarai giudicata e non capita. Credi che non sarai protetta, neanche da chi ha la divisa che gli impone di farlo. Credi che se esponi al mondo quella vischiosa pece nera che ti ha marchiato, il mondo non ti capirà, nè ti proteggerà, ma saprà solo deriderti o ignorarti.
Quanto ti sbagli. Salvati, non scendere a compromessi, non credere che era l'ultima volta ed ora è tutto cambiato. Non dare altre possibilità alla violenza di danneggiarti.
Alzati, fai le valigie, chiama qualcuno che ti aiuti e scappa dalla tua vecchia vita senza mai voltarti indietro.


lunedì 25 luglio 2016

I CINQUE ELEMENTI ORIENTALI

Il mio esoterismo è etnologico (non "enologico", leggete bene...), quindi, legato alle etnie dei differenti paesi. Perchè, a mio parere, ogni terra ha i suoi portali per connettersi con il Divino.
Quando scrissi il mio unico libro autoprodotto, "Feng-shui - Architettura dell'anima" (non cercate di acquistarlo, attualmente è fuori produzione), approfondii un discorso che reputo davvero affascinante, ovvero i Cinque Elementi della tradizione orientale, in particolare cinese e giapponese.
Cinque, e non quattro come nella nostra tradizione occidentale. Se noi abbiamo i classici Acqua, Aria, Terra e Fuoco, loro hanno Acqua, Legno, Fuoco, Terra e Metallo.



Ognuno di noi è composto, a livello sottile, in particolare da uno di questi cinque elementi, presente in misura forte, quindi facilmente fuori controllo, oppure debole, da intensificare nella propria vita. Gli orientali basano, da questo calcolo del proprio elemento personale, un insieme di abitudini atte al fortificare e far stare bene l'individuo, dalla scelta dei colori da indossare, all'arredamento e alla disposizione delle stanze, ai luoghi capaci di rafforzarlo o indebolirlo, alle direzioni fortunate, alle persone che più di altre possono aiutarlo.
Il calcolo per risalire al proprio elemento personale è particolarmente complesso, quindi sono stati approntati dei calcolatori elettronici, presenti anche on-line, per risalire al proprio elemento personale, al proprio Ba -Zi. Inserendo i Quattro Pilastri, ovvero ora, giorno, mese e anno di nascita, è possibile conoscere il proprio elemento, nonchè il grado di forza o debolezza dello stesso.

Ecco un link utile per il calcolo (da copiaincollare):
http://www.geomancy.net/products/po-bazi/pod-bazi-free.htm

Che caratteristiche possiedono le persone collegate agli elementi?

L’acqua fluisce e cerca il livello più basso. A ripo­so è livellata. L’acqua si può manifestare in diversi stati: può essere mor­bida, dura, fragile o bagnata. L’acqua è un mezzo: le cose si dissolvono in essa, vi sprofondano o vi galleggiano sopra. L’acqua assume la forma del suo conteni­tore. Essa può essere anche stagnante e putrida.
Ma l’acqua è anche forza, impeto, scava in profondità, ha direzione (va sempre verso il mare), travolge e distrugge.
Perciò una persona che ha un’energia in equilibrio con l'acqua ha tutte queste caratteristiche: di impeto, forza, adattabilità, coraggio, ha spinta, va in profondità, ha resistenza, stimo­lo, motivazione, volontà, senso di continuità, capacità di “andare a fondo delle cose”, sa nel profon­do cosa vuole veramente.
In una persona invece con l’energia acqua non in equilibrio queste caratteristiche diventeranno l’opposto e si tradurranno in paura, incertezza del futuro, difficoltà a partire, indicano una persona senza meta e senza spirito di iniziativa, superficiale, che non sa cosa vuole, senza obiettivi, senza determinazione, esitante, timida, troppo prudente.

Gli alberi sono simboli di crescita, crescono verso l’alto, fanno rami e fioriscono.
Queste sono le caratteristiche dell'energia legno: armonia, flessibilità,calma, riparo, radicamento, profondità, ma anche coraggio, imparzialità, forza, ordine e decisionalità. Sul piano psicologico infatti questa energia corrisponde alla capacità di prendere decisioni.
Se l’Energia è sana siamo nella situazione di poter prendere decisioni di poca o grande importanza, rapidamente e senza tentennamenti.
Un soggetto con l’energia legno in equilibrio sarà quindi un individuo coraggioso, imparziale, preciso, paziente, disciplinato, tranquillo, controllato; una persona puntuale, un ottimo organizzatore.
Ma se questa energia è in squilibrio queste qualità positive diventanteranno l’opposto e la persona sarà irascibile, impaziente, con la mania dell’ordine, organizzata e programmata senza possibilità di uscire dai suoi schemi, rigida.

L’energia del fuoco si diffonde in tutte le direzioni e al fuoco piace essere al centro dell’attenzione; viene naturale mettersi in cerchio intorno al fuoco e qualunque posto si occupi intorno al fuoco si riceve la sua energia. Ad una festa la persona al centro di un gruppo è un fuoco. Il soggetto dell'elemento fuoco ha la capacità di entrare facilmente in armonia con gli altri, ha carisma, tanti amici, è molto estroverso, piacevole da ascoltare, ha bisogno dell’attenzione degli altri, fa di tutto per attirare la gente, veste in modo sgargiante e appariscente. Uno degli aspetti più importanti del fuoco è il ritmo. Una persona in equilibrio di fuoco sa integrare i propri ritmi con quelli dell’ambiente.
Un’altra delle caratteristiche principali del fuoco e’ la capacità di comunicazione.
L’immagine del fuoco è quella del sole che brucia sapendo che si consumerà. Il sole deve bruciare e il fuoco deve dare. Ma perché il fuoco bruci ci vuole il combustibile, ovvero le altre persone. L’energia fuoco comunque deve essere espressa, non sta dentro, è esteriore, non interiore.
Se l’energia fuoco non è in equilibrio la persona tende ad essere in eccitazione costante, ride e parla sempre, anche a sproposito, parla spesso dei propri difetti, diventa rompiscatole, tende al vittimismo, all’autocommiserazione, è molto stravagante: sono tutti modi per attirare l’attenzione. E’ una persona emotiva, caricata, esagerata. Potrebbe essere una persona brillante in compagnia ma che si spegne quando è da sola.

La terra è rigogliosa, compatta, filtra, da nutrimento, dona la vita, avvolge, da stabilità.
Può essere dura, soffice, fertile, arida. Una delle caratteristiche di questo elemento è proprio la centratura.
Compattezza, solidità, capacità di dare e di ricevere nutrimento, centratura, sono le caratteristiche di una persona con l’elemento terra in equilibrio; una persona che sa essere empatica, che ha cioè la capacità di mettersi in comunicazione profonda con gli altri, e simboleggiando il sottobosco si muove senza apparire, silenziosa e stabile. E’ una persona che è capace di raccogliere e trarre i frutti dall’esperienza.
Se l’energia non è in equilibrio, la persona è come una terra arida, non è in grado di dare sostegno e nutrimento ma anzi lo cerca negli altri. Si autocommisera, è insicura e ha mancanza di fiducia in sé, chiede continuamente aiuto e racconta la sua storia con vittimismo, incolpa sempre gli altri, è limitata nella comunicazione perché pensa di non essere interessante, di non essere ascoltata, i suoi gesti non sono completati, così come i discorsi. La persona è gelosa, cinica, dubbiosa.

Il metallo è freddo, rigido, lucente, stabile, duro, impermeabile, concentrato, brillante, forte, pesante. Il metallo può fondersi e indurirsi.
Ma il metallo è anche malleabile e duttile e queste due caratteristiche sono molto importanti nel considerare i vari aspetti di questa energia.
Il metallo ha anche un’altra importante caratteristica: la conduttività, la capacità cioè di trasmettere velocemente variazioni di temperatura, elettricità e magnetismo.
La fase dell’energia metallo è la fase del portare a termine le cose, del concretizzare; una persona con questa energia in equilibrio è una persona positiva, che sa concretizzare il risultato finale di un lavoro, è una persona che porta a termine un progetto, che si sente collegata a quanto c’è di prezioso fuori dai suoi confini. E’ un soggetto affidabile, concreto, stabile, che ha fiducia in sé stesso, ha senso di giustizia, potenzialità, capacità di introspezione. E’ una persona che all’opposto del fuoco fatica molto a mettersi al centro dell’attenzione. Ed è molto flessibile.
Se l’energia metallo non è in equilibrio allora l'individuo è triste e depresso, è una persona che non si stima, tutto il suo disagio è rivolto verso di sé, dà la colpa a se stessa e si sente delusa, si isola e a volte si lascia andare all’autodistruzione.
Ha le spalle chiuse, curve e sembra che porti il peso del mondo sulle spalle, non ha gestualità, ha poca espressività nel volto e anche la voce è monotona e tende a calare.

Io sono un'Acqua debole, ovvero con l'elemento sotto controllo, ma faccio i conti anche con il mio animale dell'anno, ovvero un Cavallo di Fuoco, che a volte mi fa imbizzarrire, scalciare o ridere senza ritegno.

E voi a quale elemento orientale appartenete?




mercoledì 6 aprile 2016

I NUOVI HIPPIE


Questa Pasquetta ho avuto una illuminazione.
Ero con due amiche educatrici in mezzo alla natura, e cercavo un cespuglio dietro a cui nascondermi per espletare un fisiologico bisogno. Tra un turno di vedetta femminile ed un altro, mi sono messa a riflettere con loro su quanto siamo diversi da molte altre persone.
Perchè molte quasi quarantenni della nostra età avrebbero trascorso la Pasquetta nel ristorante figo, tirate a lucido con abiti firmati, con l'amuchina nella borsetta e il tablet da sbattere davanti ai loro figli per non farli annoiare, anzi, per sedarli fino al momento del caffè e del conto.
E poi c'eravamo noi. Sparsi in una radura insieme a decine e decine di altre famiglie, di altre compagnie di amici, tra risate e schitarrate.
Con gli uomini stretti in gruppo, uniti dal ruolo esclusivamente maschile dei Detentori della grigliata. Dai ad un gruppo di uomini carne cruda, verdura, fuoco e torneranno ad uno stadio primitivo.
Donne e bambini in giro a raccogliere rami secchi per il fuoco.
E poi partite di calcio, rotolamenti nell'erba, nel fango, strani travestimenti con plaid zebrati scovati all'ultimo dal retro della macchina. Un bambino di tre anni e mezzo si è arrotolato tale plaid a mò di mantello, e per un attimo ci è sembrato che la reincarnazione infantile di Freddy Mercury fosse tra noi.
E poi zibibbo da portare in salvo dalle pallonate, racconti dell'orrore generosamente elargiti ai pargoli impavidi, camminate tra i boschi, curiosi ritrovamenti di sassi ferrosi.
Ero lì con le mie amiche e riflettevo sul fatto che siamo proprio tanti.
Che appena c'è una domenica di sole ci tuffiamo nella natura, immersi fino al collo.
Spartani, arruffati, selvatici.
Siamo artisti, sciamani, educatori, musicisti, attori. Ma anche negozianti, impiegati, operai.
Possiamo essere benestanti o avere difficoltà ad arrivare a fine mese. Ma quello che ci unisce è che abbiamo scavato sotto la superficie di questa società consumistica e basata sull'ostentazione.
Ci sentiamo liberi, scarmigliati e felici di non dover dimostrare niente a nessuno.
Siamo bambini dentro, e siamo allo stesso tempo dotati di una sensibilità, di una profonda forma di spiritualità strettamente connessa all'immersione nei cicli naturali dell'esistenza.
Probabilmente siamo i nuovi Hippy. Siamo una minoranza, è vero, ma se mi guardo attorno, su questa ampia radura che è la vita, vedo decine di persone come noi in giro.




lunedì 7 marzo 2016

A VOLTE SI VINCE




Ieri mattina mi sono svegliata all'alba per partecipare ad una competizione sportiva.
Dato che sono una giovane e atletica pischella nonostante l'età anagrafica che la mia carta d'identità mostra al mondo, mi sono pure piazzata quarta, con grande soddisfazione del mio ego.
Oggi però voglio parlare di quello che ho visto, attorno a me.
C'erano due ragazzine di dodici anni circa, in un altro gruppo.
Mi sono messa a guardarle attentamente prima che gareggiassero.
La prima indossava una faccia da funerale, tanto che ero tentata di avvicinarmi e chiederle se le fosse appena morto il gatto o il criceto. Chiamiamola Addolorata, per restare in tema.
La seconda invece appariva più serena, sorridente. Chiamiamola Gaia, per intenderci.
Conosco, almeno in parte, i meccanismi che stanno dietro alle loro due famiglie.
La famiglia di Addolorata è estremamente competitiva. E' tutto un paragonarsi, un litigare su robe come: "tu hai favorito sua figlia rispetto alla mia!" e amenità di questo tipo. Mi è stato raccontato che dopo una competizione in cui Addolorata non aveva ottenuto un impeccabile punteggio, la madre è calata negli spogliatoi femminili come una furia, inveendo sull'incapacità della figlia al punto da farla piangere, davanti allo sguardo attonito di tutti i presenti.
E poi c'è la famiglia di Gaia. La mamma di Gaia è molto stile hippy, vogliamoci tutti bene, litiga esclusivamente con la suocera, che a Pasqua vuole servire in tavola l'agnello. E' un tipo più spirituale, per lei l'importante è che sua figlia faccia attività sportiva, poi, che si tratti di gareggiare alla domenica mattina o di fare la corsa dell'isolato per cinque volte, per lei poco cambia.
Provate a indovinare, chi si è piazzata al primo posto?
Mi piacerebbe rispondere che ha vinto Gaia, e scrivere su quanto riusciamo ad attirare i successi nella vita, in base a quanto meno ci accaniamo nell'ottenerli.
Invece il primo posto sul podio l'ha preso Addolorata. Che continuava ad avere un'espressione tristissima nonostante la vittoria.
Gaia invece si è presa il quinto posto. E in quei bellissimi occhi di ragazzina dodicenne, non ho visto la benchè minima lacrima.
Così mi sono chiesta: ma chi ha realmente vinto?
Aveva davvero vinto Addolorata, che avrebbe portato a casa il suo trofeo da sfoggiare sulla credenza, sperando che la madre grazie a questo imparasse finalmente ad amarla?
O aveva vinto Gaia, che pur lottando con tutte le stranezze di sua mamma (perchè spesso quando sei un tipo spirituale risulti molto eccentrica agli occhi della massa...), dicevo, aveva vinto invece Gaia, che quella sera avrebbe chiuso gli occhi con la consapevolezza di essere  amata?
Credo che noi vinciamo, davvero, quando stiamo facendo qualcosa che ci piace, qualcosa che amiamo. Perchè solo allora, sia che saliamo sul podio, sia che perdiamo, avremo vinto comunque.
Io arrivo da una famiglia molto simile a quella di Addolorata, dove l'amore e l'affetto erano elargiti
(e con parsimonia) solo se io seguivo la religione, gli sport, i comportamenti sociali e affettivi imposti dalla mia famiglia. Altrimenti, non venivo più amata.
Che ricatto colossale, amare un figlio a patto che si comporti esattamente come vuoi tu. Costringerlo a barattare la propria libertà di espressione per ottenere l'affetto della sua famiglia.
Da piccolo purtroppo ci caschi, in questi meccanismi. E fai di tutto, pur di ottenere quell'approvazione. Poi cresci, e ti trovi di fronte ad un bivio. Puoi continuare così, anche tutta la vita.
Oppure puoi comprendere che tu sei più importante dell'approvazione degli altri, anche di quegli altri che hanno il tuo stesso sangue. Puoi ribellarti, rialzarti, staccare quel cordone ombelicale che ormai assomiglia ad un guinzaglio, e sentirti finalmente libera.
Io questo auguro ad Addolorata, e a tutti coloro che vivono per compiacere gli altri, e non se stessi.
Perchè altrimenti è solo una vita a metà, una vita in cui abbiamo magari vinto molte gare, ma abbiamo perso la cosa più importante: noi.
 


lunedì 25 gennaio 2016

QUELLO CHE DAVVERO VOGLIAMO



Marco Donatiello Ph.

Ultimamente mi sono accorta di una cosa.
Per farla affiorare alla soglia della consapevolezza ho avuto bisogno di un caso in particolare.
Si è seduta in studio davanti a me una bella donna, capelli biondi e occhi azzurri, di circa cinquant'anni.
Chiamiamola per comodità Marina, nome di fantasia, anche perchè mi sono sempre immaginata le Marine come donne dalla bellezza nordica (Dylan Dog docet).
Comunque, Marina si siede davanti a me e mi racconta di questo uomo. Che l'aveva lasciata per un'altra. Lei ha aquistato in negozio i materiali necessari e ha fatto partire un rituale di allontanamento prima, un rituale di avvicinamento poi.
E l'uomo in questione ha lasciato la rivale ed è tornato da Marina.
Liscio come l'olio. A questo punto, vorrei tanto concludere con un "E vissero per sempre felici e contenti". Ho un debole per il lieto fine.
Invece quest'uomo, chiamiamolo Pinotto che fa fine e non impegna, ha fatto dei passi falsi.
Voleva stare con Marina, vederla spesso, magari anche dormire da lei un sabato sì e uno no.
Un giorno è tornato dal mercato con dei funghi porcini chiedendole se aveva voglia di preparare il pranzo per loro due.
Un'altra volta, la aspettava sotto casa e dato che tardava le ha citofonato per capire a che punto era.
Parlava di volerla pure sposare, Marina.
Ecco, queste cose, che a me sembrano normali, carine e pure commoventi (sai quante cinquantenni si sdilinquirebbero davanti a una proposta di matrimonio? O davanti a un cesto di porcini?), ecco, a Marina invece queste cose facevano venire l'itterizia, lo scorbuto e vari tic nervosi.
Perchè? Perchè Marina aveva passato gli ultimi trent'anni a vivere da sola.
E un Pinotto che ti dorme in casa due sabati al mese, vuole mangiare con te, ti citofona, ti telefona e prospetta aneliti di futura felicità matrimoniale non poteva sopravvivere.
Conclusioni: Pinotto è stato lasciato da Marina il giorno di Natale.
Che sarà anche vero che a Natale siamo tutti più buoni, ma probabilmente è un proverbio che non si addice alle Marine.
Fosse finita lì, l'avrei catalogato come un generico errore di valutazione femminile. Anch'io ne faccio a decine, figurati. Il fatto è che Marina era lì, in studio davanti a me, con le lacrime agli occhi, e mi chiedeva cosa poteva fare per riconquistare Pinotto, se era il caso di sparare altri rituali di avvicinamento.
Povero Pinotto, ammetto di aver avuto pena per lui. Ho avuto un flash di me che vendevo un nuovo rituale a Marina, Pinotto che immancabilmente tornava, e un mio personale debito karmico legato all'infelicità sentimentale di Pinotto.
Così, al posto di vendere materiali a Marina, ho cercato di farla riflettere. Amava Pinotto? Probabilmente no. Ma fosse anche stato vero il contrario, avevano due modi di concepire l'amore totalmente diversi. Due progetti di vita, due abitudini inconciliabili. A cinquant'anni le persone non cambiano, non così tanto almeno. E Pinotto sarebbe tornato col cestino di funghi, e Marina lo avrebbe accolto col suo desiderio di spazi e di solitudine.

C'è una carta dei Tarocchi che amo molto: la carta degli Amanti.


"Questa lama rappresenta l'incrocio di due strade, che si dipartono dai piedi di un giovane.
Al di sopra di lui, un Cupido bendato tende la sua freccia, che contiene la volontà del giovane. Se il giovane non disperderà la sua volontà, ma riuscirà ad economizzarla, il suo volere ed il suo atto d’amore saranno potenti. Questa metafora è importante soprattutto per un discorso magico: se il Magus sarà capace di indirizzare e convogliare il suo pensiero come puro atto di volontà, e di scagliarlo come una freccia verso il suo obiettivo, con mano ferma che non teme l'insuccesso e con un valido arco, realizzerà ciò che desidera, sempre all’interno dei piani divini."
(Tratto dal mio penultimo libro pubblicato, Il Linguaggio Magico dei Tarocchi, Psiche2).
Questo per dire cosa, a Marina, a me stessa e a tutti voi?
Che dobbiamo capire quello che davvero vogliamo. Se è una cosa che fa per noi. Se è una cosa che ci fa stare bene, che ci arricchisce, che ci completa. Perchè poi, dal Volere all'Avere, il passo non è così lungo. Davvero.
La cosa difficile è la scelta, è capire se quel determinato compagno, lavoro, sport, se quella abitudine, ci starà bene addosso. E' un pò come provare un vestito dentro il camerino.
Pinotto sta bene indosso a Marina? Sicuramente no.
E a noi, cosa sta bene indosso?
Non facciamo l'errore di dover sempre tornare coi resi per i cambi.


lunedì 18 gennaio 2016

TI INVITO


...E lo so che fa freddo.
Io per prima al mattino devo iniziare una serie di mantra per trovare il coraggio di uscire da sotto il piumone.
E lo so che di sera fa subito buio. Tu sei lì che pensi di essere a metà pomeriggio, all'ora del the coi pasticcini, e cala la notte come una tenebra improvvisa.
E poi c'è la svogliatezza, la stanchezza, che intorpidisce le gambe e i pensieri, e l'unica cosa sensata da fare sembra quella di sbattersi sul divano a poltrire.
E poi arrivo io. Come una sorta di elfo dei boschi che ti scrolla e ti dice: "dai, vieni quì, sto organizzando una cosa davvero carina, devi essere dei nostri!".
Perchè è una vita che non invito qualcuno ad un evento, e forse ci ho anche perso un pò la mano, e proprio per questo voglio che tu mi risponda, che tu mi dica " ma sai che hai ragione? E' proprio carina questa cosa che stai preparando, magari un salto da te ce lo faccio davvero!".
Insomma, tutto ciò per dirti "I Want You!". Ed ecco il dove, come e quando.



A pochi giorni dalla Festa degli innamorati, la Libreria EsotericaMente propone una conferenza davvero in tema: “Misteri del Cuore aspettando S. Valentino”. 
E non iniziate a dirmi "Ah, ma tanto io sono solo, triste e sventurato" Oppure non fate la coppia cinica che a S. Valentino manco festeggia. Comunque, questo evento è per il 6 di Febbraio dalle 19 in poi. 
Si parlerà di sentimenti, insieme a me, e di uno splendido mazzo di carte, la Sibilla del Cuore, insieme al mio caro amico Giordano Berti, esperto di esoterismo nell'arte.
 La Sibilla del Cuore è un mazzo di carte da divinazione basate su un libro misterioso, pubblicato nel 1617 da Daniel Cramer, uno dei primi adepti della ormai leggendaria Fratellanza della Rosacroce.
Berti ha riscoperto l’opera di Cramer e l’ha trasformata in una specie di “oracolo” utile a guidare persone di ogni sesso, età e religione ad affrontare i più diversi problemi quotidiani.
La Sibilla del Cuore deve il suo titolo al fatto che in ciascuna delle 40 carte appare un cuore, simbolo di sentimenti, emozioni e stati d’animo che nascono da esperienze materiali o anche spirituali.
Le 40 figure, infatti, mostrano un cuore impegnato nelle più diverse imprese: taglia i lacci che lo trattengono alle ricchezze, sfugge a tentazioni diaboliche, dona linfa a frutti e fiori, si protegge con ali angeliche, cerca la luce della conoscenza, affronta viaggi e prove di vario genere.
Nel corso della conferenza, accompagnata dalla proiezione di splendide immagini, Berti illustrerà l’avventurosa storia della Sibilla del Cuore e la sua utilizzazione pratica, sulla base delle istruzioni fornite dall'esoterista svizzera-portoghese Odete Lopes, collaboratrice a questa meravigliosa edizione.
La grafica elegantissima delle carte e del cofanetto è stata curata dall'art designer Letizia Rivetti.
Il manuale, edito da ArabaFenice, è già stato tradotto in lingua portoghese, inglese e tedesca.
 

A seguire, restando in tema con il mondo dei sentimenti, io presenterò il mio ultimo libro pubblicato: 
“Rimedi Cabalistici per l’Amore”( edizioni Psiche2).
Questo trattato svolge due funzioni:

la prima permette di riconoscere e comprendere le forze di matrice cabalistica che determinano il proprio modo di amare, e mostra inoltre quanto queste energie possano nuocere, se portate all'eccesso.
La seconda funzione aiuta a ripristinare l'equilibrio affettivo infranto, sia all'interno di un rapporto di coppia, sia nel corso della difficile ricerca dell'Anima Gemella.


Che altro dirti? Io ti invito, e ti aspetto. 
Vediamo se nella lotta contro il piumone - divano - estrema svogliatezza - cinismo e apatia vinco io!



PER INFORMAZIONI
Andrea Pasino,
Libreria EsotericaMente, Torino, Via Garibaldi 18/56 (cortile interno), Tel. 011 431 0499
www.esotericamente.it - arcturus2005@libero.it

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