mercoledì 4 novembre 2015

QUANDO LE CARTE SONO BRUTTE


Marco Donatiello ph.

Voi siete lì, sedute davanti a me. La domanda vi preme sulla punta della lingua, non vedete l'ora di sapere. Io vi sto sorridendo e con gesti decisi prendo le quattro carte che risponderanno al vostro dubbio, alla vostra indecisione, alla nebbia che nasconde ancora il futuro che deve mostrarsi.
Guardate il tavolo macchiato di cera, con le lune e le stelle disegnate, gialle su sfondo blu.
Guardate le mie mani inanellate che voltano le carte.
E, sia che voi conosciate i Tarocchi, sia che siate alla vostra prima seduta di cartomanzia, vi rendete conto che sono uscite carte brutte.
Magari c'è una Torre, che col suo fulmine a ciel sereno fa precipitare e morire due uomini.
Magari è uscita la Morte, col suo macabro scheletro dinanzi alla brulla radura cosparsa di membra umane.
Oppure è comparso anche l'Appeso, l'uomo capovolto e impiccato per i piedi, immobilizzato in uno scomodo destino che richiede un sacrificio.
La paura vi assale. Quelle carte, pensate, parleranno di un tragico destino senza via di scampo, ogni speranza verrà soffocata da un triste ed ineluttabile responso.
Tempo fa lessi un bellissimo libro, "la Via dei Tarocchi" di Jodorowski. Che ha un approccio al simbolismo dei Tarocchi prevalentemente psicologico, non particolarmente divinatorio. Per lui, anche le carte più brutte sono in realtà una bellissima opportunità di crescita, di maturazione, di evoluzione personale.
Eccerto. Caro Alejandro, diglielo tu alla mia cliente che la Torre è una carta di festa e di meravigliosa trasformazione interiore.
Credo che questo valga per ogni disciplina divinatoria o collegata, almeno in parte, ad una predizione del futuro. Che si tratti di astrologia, I ching, rune, fondi di caffè e quant'altro.
Quando esce qualcosa di brutto, è facile dire che questa è un'ottima opportunità di maturazione psicologica. Ed è sicuramente vero, quello che non ci uccide ci fortifica. Ma in quei momenti, le mie clienti sbatterebbero la testa contro il muro pur di vedere uscire carte più belle, e della trasformazione interiore non gliene frega una benemerita mazza (ultimamente mi fanno notare che ho acquisito una scrittura più sintetica e volgare, scusatemi).
Ho due riflessioni da porvi. La prima, è che io non sono una esoterista da fiorellini e cuoricini. Quindi, se vedo carte brutte, non voglio indorarvi la pillola ma dirvi esattamente quello che è. Se l'uomo di cui mi chiedete si avvicina pericolosamente a Jack lo Squartatore, non ve lo descriverò come Mr. Grey. Se la relazione in cui vi state infilando è un Vicolo Stretto, non ve ne parlerò come se entraste in Parco della Vittoria (Monopoli docet). Un Halloween di tanti anni fa presi accordi con uno splendido negozio di accessori e venni messa su una vetrina di Via Garibaldi a fare le carte alle clienti, con una sola raccomandazione: di prevedere solo cose belle, e far alzare le signore dai cuscini con un sorriso, non con le lacrime (a livello commerciale, è un ragionamento che non fa una piega. Pensa che calo nelle vendite altrimenti!). Quando l'anno successivo mi riproposero l'evento, rifiutai.
Non si può fare le carte togliendo dal mazzo quelle brutte.
Come non si può prevedere meraviglie quando arrivano transiti di pianeti malefici (Marte e Saturno vengono anche definiti allegramente così, sapevate?).
Ogni tanto qualche cliente alle prime armi esordisce dicendomi, con aria spaventata: "Ma dimmi solo le cose belle, eh?".
La vita è fatta di luce e ombra, di vittorie e sconfitte, di salite e discese. Come posso descrivere il futuro parlando solo dei colori e non del buio?
La seconda riflessione riguarda il fatto che quando escono carte brutte, esse sono un avviso, non un destino ineluttabile. Come scrivo nelle dispense del mio Corso di Cartomanzia:

La funzione del consulto, e dei tarocchi, è di dare indicazioni sul futuro, segnalando i possibili problemi come un “campanello d’allarme". Il futuro, però, porta ad incroci di strade complicate, legate alla volontà di ogni singolo individuo che, per un tratto del percorso, decide di condividere il suo cammino con il consultante. I Tarocchi esaminano possibilità future, l’intreccio di più variabili, non qualcosa di inevitabile. Il destino è costruito anche dalla volontà dell’uomo, il libero arbitrio di cui è fornito gli consente di modificare i piani futuri. Quindi le carte sono un avviso, un consiglio, la visione di un futuro possibile, probabile, ma mai completamente certo. Se il consultante saprà trarre vantaggio ed insegnamento dalle raccomandazioni degli Arcani, avrà una maggiore consapevolezza e dominio sul suo futuro.

Quindi, ricapitolando. Sono uscite carte tragiche, orrendamente brutte. Ora ci rimbocchiamo le maniche e cerchiamo di modificare in meglio il nostro futuro.