lunedì 29 luglio 2013

NON SONO TUTTI STRONZI!




Marco Donatiello Photographer

Allora, come ormai saprete, col mio lavoro di confidente sentimentale / cartomante / psicologa / coach ne ho sentite di tutti i colori. Riporto una delle vicissitudini più fresche e scottanti. Entra una signora sui 50, modesta, umile, poco appariscente. Mi chiede del suo matrimonio. Mi compaiono carte di lontananza. Mi confessa, tra le lacrime, che due anni fa il marito è partito per una trasferta di lavoro, e non è più tornato. Incidente stradale, penserete voi. No. "L'incidente" si chiama giovane ragazza carina con la quale lui sta convivendo. Ma la cosa atroce è che il marito non le ha mai dato una spiegazione. Mai, in due anni. All’inizio, la moglie lo chiamava per chiedergli quando sarebbe rientrato, lui le rispondeva: “presto ti spiegherò tutto”. Fortunatamente dei misericordiosi amici in comune hanno rivelato alla povera donna sull’orlo della depressione che il marito conviveva con una donna molto più giovane, bella e allegra di lei. (Chiamali amici, penserete…).
Dato che la mia cliente si ritrova il mutuo della casa e ogni spesa sul groppone, dopo due anni di questo supplizio ha timidamente contattato un avvocato per procedere ad una separazione consensuale. Che ovviamente l’Uccel di Bosco di suo marito ha rifiutato.
Quando sento storie così mi vengono i brividi. Guardo di sottecchi mio marito chiedendomi se, quando sarò una rugosa 50enne, riceverò anch’io questo trattamento. Tanto, dato che sono poco più che maggiorenne, manca ancora molto, molto tempo. Macumba immediata a chi osa contraddirmi.
Il fatto è che, a furia di sentire tutte queste storie strazianti, comincio a maturare una strana forma di antipatia verso il genere maschile. Perché purtroppo, numericamente, le mie clienti arrivano da me dopo che sono state ferite, illuse, abbandonate dagli uomini. L’altra metà del cielo in versione single, io la conosco praticamente solo attraverso ai loro racconti, popolati da uomini stronzi.
Poi, però, ogni tanto l’Universo mi manda un esemplare degno del genere maschile, un po’ per riequilibrare le cose.
Entra un uomo sui 40, distinto, gradevole alla vista, privo di tic nervosi e anomalie genetiche. (Specifico, perché in giro c’è davvero di tutto…). Ha un lavoro in banca, è simpatico e gentile. E mi rivela di essersi innamorato di una donna e di averla ASPETTATA per nove mesi. Attenzione, quando parlo di aspettare intendo un’attesa biblica. Ovvero, con astensione assoluta di ogni contatto fisico rispetto alle altre donne. Insomma, per farla breve, quest’uomo, dopo essersi dichiarato, e vedendo che la sua amica non si sentiva ancora pronta per ricambiare, l’ha aspettata per nove mesi. Nove mesi, mica sono noccioline! E in questi nove mesi era lei a fare un po’ la stronza, chiedendogli ad esempio di spalmarle la crema solare sul petto. Che è, non ci arrivi da sola sul petto?
Dopo questi nove mesi, pari alla gestazione umana, il mio povero cliente ha partorito l’idea di lasciarla perdere. Anche perché stava iniziando a sbattere la testa contro il muro per la castità prolungata.
Ecco, è questo l’uomo che auguro alle mie clienti in cerca di marito. Un uomo dedito, paziente, innamorato.
Ce ne sono in giro. Rari, ma esistono. Non credete che i migliori siano già tutti presi. Qualcuno è ancora rimasto sul mercato. Uscite, guardatevi intorno, cercatelo. Magari è il vostro tabaccaio, magari è quel collega un po’ timido, magari è l’allenatore di kick boxing.

Non arrendetevi, non tutti gli uomini single sono stronzi!

venerdì 26 luglio 2013

LA CASA


Negli ultimi mesi, stiamo cercando una nuova casa.
Quella attuale è bellissima, piena di ricordi, comoda per diecimila motivi ma poco a misura di bambino. E dato che qualche anno fà ho deciso di figliare, ora è giunto il momento di cambiare casa.
Così, ultimamente entro nelle case altrui con grande nochalance.
E mi sono resa conto che esistono case, e case.
Intanto, è un pò imbarazzante entrare nell'abitazione di persone che non conosci. E' come entrare nella loro anima senza avere chiesto il permesso. Ti trovi lì, circondata dagli oggetti, la cianfrusaglia, i poster, i vestiti di persone a te ignote. Io personalmente, che inizio ad analizzare segretamente una persona anche solo per gli orecchini che indossa, figurati quando mi trovo a disposizione una casa intera! Così, distolgo la mia attenzione dagli oggetti personali e inizio a concentrarmi sul motivo del mio essere lì, ovvero decidere se quella sarà la mia futura casa. Se potenzialmente lo è, con aria di sufficenza inizio ad elencare le magagne per abbassare il prezzo. In quello, i miei suoceri sono imbattibili, quindi di solito il secondo round di ispezioni spetta a loro. Sono bravissimi, è tutto un "Eh, ma quì c'è una crepa...", "Uhm, gli infissi sarebbero da rifare", "Quà il bianco non viene dato da un pò..."etc.
Comunque, ciò che a me importa è primariamente l'atmosfera che si respira in quella casa.
Ci sono case in cui entri, apri la porta, e percepisci qualcosa di stridente, di strano, come se mancasse qualcosa. Non so spiegarlo. Mi è capitato di recente a casa di un amico. Ero lì, la casa era davvero carina, ben arredata, ma sentivo che qualcosa non funzionava. Ad un tratto mio figlio ha iniziato a scalpitare che voleva andarsene perchè la casa era sporca. Quella casa non era oggettivamente sporca, al contrario, era più pulita della mia. A volte credo che i bambini riescano a dare parole al razionale silenzio degli adulti.
Molti anni fà ho fatto un rito di purificazione all'interno di un'abitazione. Era una casa in un condominio. La mia cliente, stufa di percepire continuamente ombre nel dormiveglia, si era rivolta a me. Esiste un lavoro specifico, di tradizione romana, viene chiamato "Chiodo protettore".
Ne ho parlato anche nel mio ultimo libro, "Vampiri", Aradia Edizioni:
"Un altro efficace mezzo di difesa magico utilizzato contro i cattivi geni è il chiodo protettore, di tradizione romana. Tito Livio definisce questo chiodo, ad uso della magia difensiva, “necessitas quae ultimum ac maximum telum est”, ovvero l'ultima e potente arma.
Gli Dei stessi, pensavano i romani, non potevano superarne la potenza.
Era usanza a Roma, al momento dei ludi romani, che un magistrato conficcasse un chiodo, il clavus annalis, nel Tempio di Giove. Roma utilizzò questo rito, preso dagli Etruschi, in molte occasioni, specialmente nei casi di calamità pubbliche. Così accadde per porre termine all'agitazione della Repubblica e, successivamente, per scongiurare la peste. Anche la magia individuale fa tuttora uso di chiodi.(...)
La Biblioteca Nazionale di Parigi possiede uno di questi chiodi magici.
E' di ferro. La testa, conica, porta, incisi, alcuni segni magici visibili e la parola IAO. L'asta è quadrata; le sue quattro facce sono coperte da un numero notevole di simboli occulti: scorpioni, bruchi, serpenti, che indicano le forze nefaste che il chiodo, conficcato nei luoghi opportuni, deve magicamente distruggere. "
Insomma, ero lì, in un martedì di luna crescente, all'alba di molti anni fà, a celebrare il mio rito a casa sua. Tutto benissimo, tutto perfetto. Tranne una cosa curiosa. Nel corso del rituale, avevo continuamente la percezione interiore che ci fosse un bambino piccolo, lì per terra, a camminare a gattoni vicino a me. Una roba un pò alla Trainspotting per intenderci, faceva venire anche un pò i brividi. Io non capivo chi fosse questo bambino piccolo che in qualche modo, con gli occhi dell'anima, percepivo. L'abitazione era stata costruita da poco, e la mia cliente non aveva avuto aborti. Quando gliene parlai, anche lei non seppe darmi una spiegazione. Chiesi poi all'uomo che aveva preparato i materiali per il mio rito e che conosceva molte persone che lo avevano eseguito con successo. Lui mi disse una cosa che, ancora adesso, mi è rimasta impressa. Non ero la prima ad aver percepito quel bimbo, era una cosa comune a molte maghe. Era come un simbolo di purezza, di innocenza che veniva a mostrarsi, e sottolineava che tutto era stato condotto nel modo giusto.  Sembra che anche nel Medioevo, il riadattamento del Chiodo Protettore comportasse questa visione di un infante.
Quante cose ancora mi sono nascoste, della Magia e dei suoi misteriosi processi.
Tornando alla mia ricerca, a volte entro in abitazioni che percepisco come un pugno allo stomaco, appena apro la porta d'ingresso mi rendo conto che quella casa non mi apparterrà. Esistono case aguzze, piene di scale, spigoli, mansarde, angoli scuri. Molto poco "Feng Shui". Esistono case calde, accoglienti, colorate e luminose. E poi, esiste la mia casa. L'ho trovata. E' bellissima. Luminosa, accogliente, entrando lì dentro si respira felicità e bellezza. Le contrattazioni sono iniziate. Io incrocio le dita...

mercoledì 24 luglio 2013

YIN E YANG SUL PULLMAN


 Ieri a Torino era una torrida giornata afosa, e una serie di noiose circostanze mi ha portato a dover salire su un pullman affollato per tornare a casa.
Era da tanto che non lo facevo. Mi sono ricordata che mi piace un sacco. Mi metto lì, con sguardo finto indifferente e occhiale scuro, a scrutare la gente. Perchè io ADORO la gente. Voglio capire tutto di loro, conoscere i loro più segreti moti dell'anima. E adoro guardare i dettagli che indossano, per descrivere la loro personalità. Non imparo mai abbastanza dalla gente.
Ieri sul pullman è salita una giovane ragazza molto appariscente. Trucco accentuato, smoky eyes versione Panda, capelli raccolti da una bandana leopardata, tutta vestita e inguaninata in top e pantacollant neri e fuxia. E' successa una cosa curiosa. Non mi ero soffermata su di lei, finchè ho percepito qualcosa di stridente. E' bastato un attimo. Stava mangiando un pacchetto di patatine. Come un famelico ragazzo. Una dietro l'altra, con un ritmo e una voracità che a nessuna ragazza sarebbe mai saltata in mente. Allora ho rivolto la mia attenzione su di lei, e mi sono resa conto che era un ragazzo.
Così, dato che il viaggio era lungo, ho iniziato a pensare al genere con cui nasciamo, al nascere uomini e donne a proprio agio, o a disagio, con il proprio corpo.
Quando ho scritto il libro sul Feng Shui ho approfondito il discorso sulle due energie, maschile e femminile, della tradizione orientale, ovvero Yin e Yang.



Comparsa molto presto, alla metà del I millennio a.C., questa teoria deve molto agli astronomi, agli indovini e ai musicisti dell'antichità. A partire dagli ultimi secoli prima dell'inizio dell'era cristiana, la religione taoista, ma anche il sistema confuciano, hanno sviluppato la doppia concezione di Yin e di Yang. Yin è connesso al femminile, al notturno, al negativo. Yang è connesso al maschile, al giorno, al positivo. (Positivo e negativo rilevano semplicemente l'assenza e il vuoto; oppure la presenza, e il pieno; non sono aggettivi che indicano merito o demerito).
L'uomo nasce con entrambe queste energie. Il cosmo è pervaso da queste energie.
I giorni e le notti si alternano gradualmente, insensibilmente. Lo Yang si amplifica con il progredire delle ore diurne e declina lentamente con il crepuscolo, mentre la proporzione di Yin aumenta. Allo stesso modo si compenetrano le stagioni nel corso della progressione dei mesi. Yin e Yang non si escludono; è il rapporto dell'uno rispetto all'altro che varia. All'equinozio di primavera, i due principi (il giorno e la notte, il freddo e il caldo) si equilibrano. Poi, ben presto, i giorni si allungano, lo Yang comincia a crescere e raggiungere il suo apogeo con il solstizio d'estate (e io, su quell'afoso e affollato pullman, riflettevo su questo Yang all'ennesima potenza nel mese di Luglio). Poi i giorni diventano più brevi, lo Yang diminuisce finché, all'equinozio d'autunno, il giorno e la notte si equilibrano nuovamente. Ormai tocca allo Yin di predominare, e allora culmina la notte di mezzo-inverno, per decrescere poi regolarmente e ritrovarsi in equilibrio con lo Yang al momento dell'equinozio di primavera dell'anno seguente.
Così, succedendosi senza eliminarsi, come i giorni e le notti, estati e inverni si equilibrano nel tempo, imponendosi come "il grande Respiro dell'Universo". Yin e Yang formano la coppia motrice della meccanica cosmica. E quest'alternanza dei due principi fornisce la spiegazione essenziale di tutti i fenomeni naturali. Allo stesso modo, Yin e Yang compaiono, armoniosamente, dentro di noi.

Sicuramente quel giovane ragazzo stava cercando, disperatamente e inconsciamente, di ricollegarsi al suo profondo e silenzioso lato Yin. Quanta fatica doveva compiere per riuscirci. La società, per anni, gli aveva insegnato a sgranocchiare le patatine in quel modo. Rozzo, veloce, famelico, "da maschio". Nella sua mente, il femminile si palesava con toni sgargianti, col fuxia e il leopardato, con lunghe unghie blu metallizzato e occhioni da panda. Il silenzioso, nascosto, delicato, profondo lato Yin doveva ancora emergere in lui.
L'energia accesa, dai colori squillanti e sgargianti, dai movimenti rapidi e aggressivi, gridava al mondo il suo lato Yang. 
Io adoro l'allegria, e lo scomposto uso del colore delle Drag Queen. Vicino a loro è impossibile essere tristi. Però credo che tirare fuori il proprio lato femminile implichi il venire maggiormente in contatto col proprio delicato lato Yin.
E ora, dopo avervi parlato del tema del travestitismo in chiave Yin-Yang (e dubito che qualcuno mai l'avesse fatto per voi!) scendo dal pullman e torno alle mie, meno amene, incombenze...

lunedì 22 luglio 2013

L'ULTIMA PAROLA



 Marco Donatiello Photographer

Qualche giorno fa sono stata invitata in un gruppo esoterico su FB, il cui tema è una particolare branca religiosa ed esoterica.
Bellissimi post, stupende immagini. Poi, non so bene cosa sia successo, un paio di soggetti hanno iniziato ad asserire di essere i depositari dell'unica, autentica Verità. Sventolando iniziazioni conseguite, hanno iniziato a sparare a zero sui poveri comuni mortali che possedevano un'opinione contraria alla loro.
Premetto, ho molto rispetto per il percorso religioso di questi soggetti. Credo che chi decide di consacrare, completamente, la sua esistenza ad un forte credo religioso meriti grande rispetto.
Nello stesso tempo, questo non dovrebbe autorizzarli ad aggredire chi ha opinioni differenti.
Sarà che io ragiono molto per dicotomie, ovvero religione - magia. Sarà che credo esistano tre sentieri differenti per raggiungere il Divino (vedi il mio post precedente, I tre sentieri).
Ho notato che mai, mai, un sacerdote di nessuna religione approverà completamente il meccanismo alla base dell'esoterismo. Perchè nell'esoterismo, nella Magia, poche palle, vengono prelevati gli assunti di base delle religioni, vengono invocate, contattate, le stesse entità. Senza avere bisogno di alcun sacerdote.
L'esoterismo è l'ombra che si allunga ai piedi della religione. Che io stia invocando entità angeliche, Loah, Orisha, Dei egizi o pagani, lo farò in maniera slegata dalla loro religione di appartenenza.
Perchè la Magia è una Via di libertà, da qualunque credo o norma morale e sociale. E' una Via di solitudine, da qualunque gruppo religioso.
Ovvio, il Magus deve conoscere bene "dove mette le mani", deve conoscere il carattere delle entità che invoca. Non potendo offrire la sua totale e continuativa dedizione religiosa a tali entità, dovrà offrire altri oggetti di scambio, di baratto. Le entità angeliche approveranno gli incensi più puri, le candele vitalizzate con cera d'api, i sigilli a loro dedicati. Altri spiriti, più famelici, avranno bisogno di mangiare e bere, in una libagione in cui si siedono alla stessa tavola dei mortali.
Se il Magus sbaglia qualcosa, l'errore ricadrà su di lui, e su di lui soltanto. Perchè egli ha un rapporto diretto col Divino, senza intermediari, senza sacerdoti.
Quindi è bene che fortifichi il suo corpo fisico ed il suo corpo sottile. Per questo una delle prime cose che consiglio, a chi fa - o ha fatto - uso di droghe o sostanze psicotrope, è di NON iniziare un percorso magico.  Con il corpo astrale bucherellato come una gruviera dalle droghe, non riuscirebbe a gestire e incanalare l'energia sviluppatasi nel corso di un rito magico.
Ne parlavo l'altroieri con una mia amica. Il percorso dello Sciamano e quello del Mago sono molto, molto diversi. L'utilizzo delle sostanze è una delle tante cose che li allontana.
Comunque, tornando ai gruppi esoterici su Facebook, ai Forum e a tutti i luoghi, virtuali o reali, dove le persone si incontrano per scambiarsi opinioni sull'esoterismo... Devo ricordarmi di disertarli un pò di più. Trovo tanta aggressività, tanta saccenza, tante persone che vogliono avere l'ultima parola.
Sarà che anch'io sono un pò come loro, anche a me piace avere l'ultima parola, quindi il blog è la mia massima forma di espressione.
Perchè ho sempre ragione io, avete capito? E basta.

giovedì 18 luglio 2013

IL MIO PSEUDONIMO



Sono dotata di un Ego accecante. Lo so, ve ne sarete accorti. Non riuscirei a parlarvi sempre tanto estesamente di me in ogni forma e pasta, altrimenti.
Una delle tante funzioni amene che svolge il mio Ego accecante, è andare a cercare il suo pseudonimo mortale su Google. Digito "Stella Noctis" e resto a guardare quante cose meravigliose Google dice su di me.
C'è però un piccolo intoppo. Oltre ai miei libri, a questo blog, al mio profilo FB e al mio sito, compare sempre un'immagine disturbante. Sono due babacetti, perdonate, due personaggi di un anime giapponese, che hanno la sfortuna di chiamarsi uno Stella, l'altro Noctis.
Sembra pure abbiano una non ben dichiarata forma d'amore, sono sempre lì a guardarsi, rimirarsi, mandarsi occhiate in tralice e farmi perdere visibilità.
Accidenti.
E dire che ho passato notti intere, anzi, noctis, a cercare il mio pseudonimo. Mica è stato facile.
Fu il mio editore, Claudio di Aradia Edizioni, a ragionarci e sceglierlo insieme a me. La mia scelta iniziale era Stella Casit El Din, traslitterazione molto cabalista del mio cognome. Ovviamente il mio editore era contrario. Che poi me le vedevo anch'io, le mie future lettrici, ad entrare in libreria e chiedere: "Scusi, ce l'ha l'ultimo libro di Cacchì Dindin?". Non andava bene.
Quindi fu la volta di Stella Castalia. E il mio editore, impietosamente, mi fece notare che Castalia era un personaggio dei Cavalieri dello Zodiaco.
In tutto ciò, io mi intestardivo a trovare uno pseudonimo che, anche a livello numerologico, funzionasse.
Come ben sanno le mie allieve del Corso di Cartomanzia, conosco un particolare sistema numerologico in grado di calcolare l'Arcano Maggiore dei Tarocchi che il proprio nome, o pseudonimo, rappresenta.
Ecco, metà degli pseudonimi che volevo rappresentavano Morti, Torri, Appesi vari, e quindi non erano proprio l'ideale.
Una sera presi la calcolatrice da una parte, il dizionario di latino dall'altra, e tirai fuori il mio glorioso pseudonimo: Stella Noctis. Ovvero, Stella Notturna. Sarà banale, ma funziona. Sapete perchè? Corrisponde all'Arcano del Carro, simbolo di movimento e successo.
Già immaginavo i miei libri a viaggiare sui carretti per tutta l'Italia: Roma, Napoli, Genova, Milano...
Così in effetti è stato.
I due babaci giapponesi (scusate, anime manga) sono un lieve effetto collaterale.
Se inoltre vi ho incuriositi, e volete conoscere il vostro Arcano personale, la prossima volta che ci troviamo in negozio, per una vendita o un consulto, chiedetemi di calcolarvelo. Sarò lieta di scoprire l'Arcano che vi rappresenta.

mercoledì 17 luglio 2013

KARMA YOGA


Marco Donatiello Photographer


Qualche tempo fa ne parlavo, nel post "Il ritorno delle anime". Perchè io credo fermamente nella reincarnazione. Credo nella legge del Karma, credo in un ritorno delle anime ad una dimora terrena, dopo aver oltrepassato il fiume dell’oblio e aver deciso di tornare indietro, su questa brutale e scura terra.
Praticamente tutte le religioni credono nella reincarnazione. Compreso il Cristianesimo, prima del concilio di Nicea.

C'è una branca dello Yoga che mi appassiona molto, e che conosco ancora poco: Il Karma Yoga.  E' una Via che non prevede posture yogiche, asana o quant'altro. Richiede un atteggiamento interiore.

La Bhagavad Gita, il più autorevole testo sacro indiano, riporta:
« L'uomo che ha realizzato la sua identità spirituale non ha interessi personali nell'adempiere i doveri prescritti né ha motivo di non compiere tali doveri. Egli non dipende da alcuno per nessuna cosa. Si devono dunque compiere il proprio lavoro e le proprie azioni per dovere, senza attaccamento ai frutti dell'azione, perché agendo senza attaccamento si raggiunge il Supremo. »
Il Karma Yogi, ovvero colui che pratica questa disciplina, agisce senza attaccamento né avversione per l'azione che sta compiendo, senza alcun desiderio per i frutti dell'azione. Tuttavia, questo non significa accettare e subire passivamente qualsiasi evento o costrizione la vita stia imponendo; il Karma Yogi è colui che ha la saggezza e la capacità di sapersi liberare in modo armonico da ogni situazione che, vivendola in qualsiasi altro modo, rischierebbe di alterare il proprio equilibrio. Così, egli non si oppone ai doveri che la vita quotidianamente gli impone, ma li riconosce ed accetta con gioia; in questo modo non soltanto scioglie i legami karmici e reincarnativi che lo legano al mondo fenomenico illusorio, ma rinforza la propria unione mistica con Dio ed il Cosmo; un po' come la minuscola tessera di un infinito mosaico che, aderendo al proprio ruolo (il contorno, la forma che gli è propria), trova la sua posizione, perdendo la propria identità di "tessera" e divenendo così il mosaico stesso.
L'uomo aderisce con gioia e distacco sia al Dharma universale, sia al suo Dharma specifico. Il Dharma è la somma dei propri obblighi "naturali", sociali, è il nostro lavoro su questa terra insomma. Pur rimanendo ancora legato al mondo materiale, in questo modo l'uomo sperimenta già la liberazione da tutto ciò che è mutevole, transitorio, effimero e relativo; ed ogni istante, ogni frangente della sua vita, diviene per lui un profondo atto di meditazione, un sacro momento di congiungimento a Dio e alla Realtà Cosmica.

Tutto ciò è bellissimo, stupendo, elevato, ma che me ne faccio? - Direte voi.
Immagino che vivere il Karma Yoga significhi, semplicemente, vivere con gioia e allegria ogni compito che la vita ci mette davanti. 
Buttare l'immondizia, lavorare in ufficio, andare in vacanza con la suocera possono diventare anche eventi gradevoli. Noi possiamo, per un attimo, guardare le cose dall'alto, con distacco, come se fossimo gli attori, i teatranti di quella pazza recita chiamata vita. Scostare il velo di Maya, della materia più densa . E poi rimetterlo a posto, come una tenda scura che ha il compito di preservare i nostri occhi da una luce accecante. Quindi, possiamo rituffarci nella materia, nella quotidianità, nel destino che tanto tempo fà abbiamo scelto per noi, per progredire, per evolvere. E se quel destino proprio ci stà stretto, possiamo sempre tentare di cambiarlo, con armonia, saggezza e distacco. 
Noi siamo quì per sporcarci le mani. Per lavorare, per agire. E per risolvere, agendo, i nostri nodi karmici, e arrivare, finalmente, alla fine di ogni cosa. Niente più morte, nè dolore, nè karma.

lunedì 15 luglio 2013

TOTAL WHITE



Non sto parlando del Colgate Total White. Il fatto è che nelle ultime settimane ho percepito questa curiosa esigenza. Il Bianco Totale, definitivo, senza ombra, senza macchia.
Proprio io, quella che i parenti prendono in giro perchè si veste sempre di nero. Anzi, si vestiva.
Ora gli unici colori a me graditi sono quelli dal lilla chiaro in sù. La cosa ancora più curiosa è che non capisco come mai.
Non vi è mai capitato di sentire l'esigenza di un cambiamento radicale? A volte clienti con la morbida chioma lunga e castana me le ritrovo con una zazzeretta corta da maschiaccio, magari biondo platino. E mi faccio delle figure assurde. Loro mi salutano e io, che già sono poco fisionomista, sorridendo mi domando: " La conosco. Sì, la conosco. Ma chi èeee????"
Per vendetta, ora che mi vestirò prevalentemente di colori chiari, voglio vedere se mi riconoscerete.
Per me i colori sono come delle fasi. Quando ero appena diventata mamma, volevo vestirmi solo di rosso e marrone. Colori di Chakra bassi, chissà, forse li avevo messi a dura prova col parto e volevano un pò di energia in più. Probabilmente mio figlio, nei primi anni di vita, deve avermi scambiato spesso per un albero autunnale. Ora mi chiedo cos'è quest'esigenza di bianco che il mio organismo mi richiede. Corrisponde al Settimo Chakra, quello del ragionamento più elevato, delle idee cristalline, del contatto col Divino nella sua forma più pura. Chissà. Io intanto mi vesto di bianco, poi se mi viene qualche illuminazione vi avviso. Mal che vada, d'ora in poi mio figlio mi scambierà per un albero invernale. Ci vuole pazienza coi genitori, si sà. Coi genitori strambi, ancora di più...
Che poi la mia voglia di Total White si introduce in ogni aspetto della mia vita. Mi nutrirei solo di alimenti bianchi. Tazzone di the bianco allungato col latte a colazione (rabbrividite, lo so che rabbrividite all'idea del the col latte. E' una cosa per pochi eletti). Panna e mandorle a merenda. Riso e pesce a cena.
Faccio un'eccezione giusto per la pepata di cozze.
Se sono in giro, resterei ore ad ammirare le gonfie e soffici nuvole bianche e il cielo trasparente.
Forse ho bisogno, in questa fase della mia vita, di chiarezza. Di luce. Di pensieri cristallini e brillanti.
Chi mi segue e passa al Total White con me?

giovedì 11 luglio 2013

QUANDO LA MOGLIE E' IN VACANZA



Sto preparando le valigie.
Partirò ai primi di Agosto e tornerò a Settembre. Io e mio figlio, insieme, in un paradiso azzurro fatto di mare, sale, sole, risate e gamberetti.
Mio marito invece, come ogni anno, stoicamente, manterrà aperta la libreria Esotericamente di Torino fino a Ferragosto. Perchè siete tanti, tantissimi, sempre di più ogni anno, che resterete qui a Torino, oppure che partirete per le vacanze in un secondo momento.
Facendo due rapidi conti, vi potete rendere conto che mio marito resterà da solo, senza famiglia tra le scatole, per almeno 2 settimane.
Ovviamente, ogni tanto mi chiedo se corro il rischio che, in quei quindici giorni di libertà estrema, lui possa commettere scempiaggini.
Inoltre la cinematografia non mi viene incontro. Nel bellissimo film "Quando la moglie è in vacanza", una strepitosa Marilyn mette a dura prova gli ormoni maschili di Richard, suo vicino di casa, che ha lasciato la moglie a trascorrere le vacanze nel Maine.
Per fortuna sempre la cinematografia mi viene anche incontro. Voi non ci avrete fatto caso, io sì. Ogni anno, da dieci anni a questa parte circa, Italia 1 ad Agosto manda in programmazione lo stesso film.
Attrazione fatale.
Esatto. Glenn Close versione pazza isterica dopo che un uomo sposato le ha dedicato delle attenzioni e ha deciso di scaricarla. E' bellissimo. E' istruttivo. Cerco sempre di obbligare mio marito, prima della partenza, a guardarselo tutto. (Negli ultimi anni si rifiuta. Penso ormai conosca le battute a memoria).
Se ricordo bene il film, dopo la scappatella la cara Glenn si comporta esattamente come in ogni peggior  incubo maschile. Rimane incinta al primo colpo, vuole tenere il bambino e che lui lasci la famiglia per costruirsene un'altra, minaccia il suicidio tagliandosi le vene, mette a bollire il coniglietto della figlia di lui, cerca di accoltellare un pò tutti.
Ecco, questo è il rovescio della medaglia della scappatella estiva, quando la moglie è in vacanza. Perchè voi uomini pensate di trovarvi davanti una simpatica ochetta svampita che si diverte a far svolazzare la gonna sopra una grata. (Donne, evitate la grata del Grom di Via Garibaldi di Torino a meno che non indossiate biancheria curatissima e molto esibizionismo). Dicevo, voi uomini a briglia sciolta nelle torride e solitarie notti estive, pensate di trovarvi davanti a Marilyn. Ma qualunque donna dotata di senno, nel momento in cui la seducete e la abbandonate, per uno strano sortilegio si trasformerà nella Glenn Close di Attrazione fatale.
Attenzione, non sempre cercheranno di bollire in pentola il vostro animale di compagnia, non sempre vi braccheranno dietro oscuri corridoi con il coltellaccio da cucina in mano. Le donne, da Attrazione fatale in poi, si sono evolute, sapete? Ora non vogliono più sporcarsi le mani di sangue. Che poi da togliere è un casino, è tutto un lavoraccio di acqua fredda e candeggina. No. Ora vengono da me, e da quelle come me. Per maledirvi comodamente anche da grandi distanze. E voi cadrete nel vortice di cacca del mio post precedente senza neanche rendervene conto. E mai saprete che gran lavoro di incensi, candele e invocazioni c'è dietro a questo.
Uomini, riassumendo. Moglie in vacanza, tenete gli ormoni a freno. Se proprio non ci riuscite, evitate di trattare la vostra Marilyn come una pezza da piedi. Perchè anche per me è vacanza, ricordate? Almeno ad Agosto, mi piacerebbe evitare di maledirvi...
Happy holiday!

martedì 9 luglio 2013

PENSARE E' CREARE



La lezione di oggi è semplice semplice. Di una banalità sconcertante. Soprattutto per chi, come la maggioranza dei lettori di questo blog, bazzica nell'esoterismo già da un pò. Ripetere massime scontate e tirare fuori dal cassetto delle banalità situazioni che però tanto banali non sono, è il mio obbiettivo di oggi.
Quante volte mi capita, in negozio, oppure mentre faccio un consulto.
Voi entrate, varcate la porta dell'ingresso. Avete lo sguardo un pò basso, le spalle ricurve, le labbra arcuate verso il mento. Se socchiudo un pò gli occhi, riesco quasi a percepire la nuvoletta nera fantozziana sopra la vostra testa. Con la voce più bassa di un tono, mi dite che state attraversando un periodo davvero storto, nero, sbagliato. Non ve ne va dritta una. Tutto quello che iniziate và in fumo, se una cosa può andar male lo fà senza alcun problema. Tutto è iniziato male in un settore della vostra vita (che so, l'amore) e tutto quello che ci girava intorno ha deciso di collassare, dal lavoro, alle finanze, alla salute. Insomma, una sfiga unica. Quello che io definisco l'entrare nel vortice di cacca, come se un tumultuoso e maleodorante turbine ci avesse avvolto nelle sue spire e ci trascinasse sempre più in basso.
Sempre se socchiudo gli occhi, immagino come tutto questo sia cominciato. Magari è stato di una banalità sorprendente. Magari stavate camminando in un prato pieno di fiori, c'era un sole splendente, gli uccellini cinguettavano, e voi avete pestato una cacca. (Mi piace rimanere in tema con le mie metafore...).
Magari indossavate pure delle scarpe nuove, e bianche. Se siete proprio sfortunate, erano pure scarpe aperte e avevate appena fatto la pedicure dall'estetista. Comunque. Durante questo evento insignificante, avete pensato "Che sfortuna!" chiedendovi quante poche possibilità esistevano che proprio voi calpestaste quella maledetta cacca. Poi magari siete arrivati in ritardo di cinque minuti in ufficio, e il capo vi ha gridato dietro per un'ora; poi magari aspettavate un sms dal ragazzo che vi piace, e sfiga vuole proprio quel giorno non vi ha scritto niente. Poi in metro una tizia di 100 kg. vi ha dato involontariamente un pestone all'alluce (sì, sempre quello dove prima avevate pestato la cacca). Poi magari arrivate a casa affamate e scoprite che la dispensa è vuota, uscite e il supermarket è già chiuso, è lunedì sera e tutti i ristoranti della zona non aprono.
Andate a dormire, e il vostro vicino di casa ha deciso che è ora di rispolverare Gigi d'Alessio, e ve lo spara a palla fino a mezzanotte. Insomma, la classica giornata sfortunata.
Capita a tutti, si sà. Oppure magari vi è successo qualcosa di decisamente più fastidioso, irritante, grave.
Ecco, una cosa vi chiedo. Una sola. Semplice. Che vi impedirà di sprofondare nel vortice di cacca. Non pensate mai, mai, al fatto che siete sfortunati. Non ripetetevelo assiduamente come un mantra. E' vero, magari lo siete stati davvero, sfortunati. Non importa. Guardate avanti. Rideteci sopra, alle vostre disgrazie, affrontatele con ironia e spirito. Se proprio non ci riuscite, almeno cercate di svagarvi, di staccare la testa da quei brutti pensieri.
Qualunque disciplina esoterica degna di nota concorda su un semplice assunto: il pensiero è creazione. Quando pensiamo, creiamo, in parte, il mondo che ci circonda. E se la nostra mente ci manda continuamente pensieri su quanto siamo terribilmente sfortunati, lo diventeremo davvero. Sempre di più, come una credenza che si autoavvera.
Attenzione, non sto dicendo che ciò che pensiamo si realizza esattamente come lo desideriamo noi. Altrimenti Jessica Alba sarebbe la fidanzata di metà dei maschi adolescenti italiani. Però ciò che pensiamo dà il colore, l'energia, la direzione degli eventi futuri. Se pensiamo di vincere, incrementiamo notevolmente le possibilità di ottenere una vittoria. Se pensiamo di essere nati sotto una cattiva stella, questa davvero ci precipiterà in testa.
Spesso una persona che crede ossessivamente di essere stata fatturata e maledetta da qualcuno, in realtà si sta maledicendo da sola. A ogni cacca che calpesta, penserà: "Ecco, questo è sicuramente successo per colpa del mio invincibile nemico!". Vi svelo un segreto. Spesso quell'invincibile nemico siete voi. Acquietatelo, fategli vedere quanto la vita possa essere bella e gioiosa. Coccolatelo, il vostro nemico interiore che vi ripete senza tregua quanto siete sfortunati. Sdariatelo su una poltrona comoda, versategli il suo drink preferito, fate qualcosa che possa renderlo felice, farlo sorridere, fargli capire che è uscito, per sempre, da quel vortice di cacca.

venerdì 5 luglio 2013

LA SANITA' ITALIANA



Eccomi anche oggi. Ragazze, non lasciatevi distrarre da George Clooney, questo è un post dannatamente serio...
Premetto che sono una di quelle persone a cui non piace distruggere senza costruire, a cui non piace vomitare rabbia e vilipendio su una istituzione. Preferisco la sana critica costruttiva all'acido elenco delle mancanze di qualcuno, o di qualcosa.
Inoltre, non mi piace sparare a zero finchè non ho vissuto in prima persona un evento sgradevole.
Ebbene, in questi giorni mi è successo di vivere un evento sgradevolissimo: l'essere palleggiata, rimbalzata da un ospedale all'altro. Sto bene, sto benissimo, vi seppellirò tutti, però con l'età che avanza ho scoperto una intolleranza alimentare. E dopo la giornata di ieri, ho scoperto di possedere anche una intolleranza alla sanità pubblica italiana.
Andiamo per gradi. Parliamo di quei poveri tapini che soffrono di questa intolleranza alimentare, e stiamo diventando un fottio, sappiatelo... La mia parrucchiera è allergica allo zinco, metà delle mie conoscenti non possono avvicinarsi a lattosio, glutine, frutta esotica, basilico....
Lo Stato ha predisposto, nella sua benevolenza e magnanimità, che io potessi ottenere, mensilmente, un cospicuo rimborso per i carissimi alimenti a me concessi. Peccato che ottenere tale ambita esenzione per il rimborso degli alimenti sia una cosa virtualmente impossibile.
Entrare da Tiffany con un passamontagna è un'impresa più semplice.
Inizialmente, sembrava che tale esenzione potesse essere attestata dal medico specialista che mi aveva in cura, con tutti i referti del caso in mano. Peccato che questo geniale medico specialista asseriva, senza ombra di dubbio e margine di errore, che tale certificato veniva rilasciato solo in un altro ospedale, da un'altra persona. Gentilmente, quindi, questo medico specialista di un noto ospedale torinese si è preso (volontariamente, senza che gli chiedessi nulla) l'incarico di mandare via fax la copia dei miei esami, per ottenere, sempre via fax, tale esenzione. Una robetta veloce veloce, roba da tre giorni, mi diceva. Sapete quanti giorni sono passati? Quaranta.
Non scherzo. Ah, e in questi quaranta giorni immaginatemi telefonare assiduamente a tale medico, alla segreteria del suo reparto, tornare in ospedale per firmare un presunto modulo mancante sulla privacy, chiedere chiarimenti al mio medico della mutua, che ne sapeva meno di me, e ad alcuni amici che lavorano all'Asl, che neppure loro ne sapevano molto di più; telefonare e andare di persona nell'ospedale che doveva rilasciare tale prezioso certificato,
Le impiegate dell'ospedale, candidamente, mi hanno fatto notare che nessuno aveva mai inviato fax con la mia documentazione, e che il mio medico specialista, al posto di inviare la mia documentazione ad altri uffici, era abilitato a rilasciarmi, sul momento, l'esenzione.
Davanti alla concreta possibilità che cominciassi a maledirli tutti, poveri infermi presenti compresi, ad una delle impiegate è venuta un'idea. Era semplicissimo. Bastava che io prenotassi una visita privata con un altro medico specialista che lavorava anche nella sanità pubblica. Bastava tirare fuori 130 euro, e il mio certificato, per miracolo, sarebbe stato pronto il giorno seguente.
Fortunatamente, nel mio caso, un insperato aiuto mi è giunto da un altro medico ancora, che non centrava assolutamente niente ma che ha preso a cuore la faccenda, è riuscito a fare le telefonate giuste e una lista d'attesa di sei mesi per una ulteriore visita si è ridotta a due giorni. Senza dover spendere cifre elevate.
Insomma, in questa storia ho avuto a che fare con un medico molto inefficente, ed uno, forse per compensazione, eccellente. (Non era George Clooney, non fatevi strane fantasie...)
Perchè i medici sono esseri umani, come tutti noi, ricordiamolo, non appartengono ad una casta superiore. E come tutti noi, possono essere pieni di pregi o di difetti (o entrambi). Io quì non mi voglio scagliare contro la categoria medica, nè contro le impiegate di sportello. Voglio scagliarmi contro la Sanità pubblica, per come è attualmente organizzata. In questo stato di cose, ottenere la mia esenzione diventa una sorta di terno al lotto, di roulette russa, di fortuna o sfortuna a seconda del medico che il fato mi mette davanti. Ecco, credo che non dovrebbe funzionare proprio così. E credo anche che, nel momento in cui abbiamo la sfortuna di incappare nel medico sbagliato, incompetente, impreparato o pasticcione che sia, credo che l'unica ancora di salvezza non dovrebbe essere rappresentata dall'aprire il portafogli e spendere quanto un weekend fuori porta, per pagare privatamente e ottenere maggiore efficenza.
Inoltre, ho tanti, troppi clienti che stanno portando avanti cause giudiziarie contro la Sanità pubblica. Ne ho troppi che si trovano un'ovaia in meno, un bambino paralitico, un parente defunto. Quando avevo dieci anni, la mia migliore amica è entrata in ospedale per un'appendicite. La dose sbagliata di anestesia le ha provocato un arresto circolatorio. E' viva per miracolo. E' vero, sono uomini, è normale che possano sbagliare. Ed è normale che, allo stesso tempo, si addossino la responsabilità dei loro errori.
Concludo però dicendo che io credo nella preparazione, nell'intelligenza, nell'accortezza delle persone che hanno in mano, quotidianamente, la nostra vita. Credo inoltre che esista un destino imperscrutabile dietro a tutto ciò, e che se è scritto che le cose devono andare bene, prima o poi lo faranno.
Buona vita a tutti, lontani da ospedali, ticket, esenzioni, medici e malattie.


lunedì 1 luglio 2013

SWEET DREAMS



A volte, durante i consulti, le mie clienti si confidano su un episodio particolare della loro vita. Hanno sognato qualcosa che poi si è verificato.
Spesso era un evento traumatico, come la morte di un parente o di un amico, un incidente stradale, una persona che stava soffrendo. Una mia parente stretta aveva fatto un sogno orribile, in cui crollava un grosso edificio, la notte del 10 settembre 2001.
Casualità? Può essere, perchè no. Mai escludere la spiegazione più razionale.
E se fossero dei sogni premonitori? E se lo sono, perchè è più facile prevedere delle disgrazie piuttosto che degli avvenimenti piacevoli?
E' molto semplice. Una catastrofe, un incidente, una disgrazia sono avvenimenti dotati di un'energia pesante, scura, intrisa di dolore e disperazione. Se è vero che il nostro inconscio si affaccia, durante il sonno, su un futuro molto vicino nel tempo, percepirà ovviamente in misura maggiore questa energia schiacciante, piuttosto che un avvenimento lieto come la promozione alla maturità o un aumento di stipendio.
Chi è convinto di aver fatto sogni profetici dovrebbe indirizzare maggiormente la sua veggenza in questo canale preferenziale.
Lo consiglio sempre, quando parlo con qualche cliente con questa facoltà dormiente. E sono molte più persone di quelle che si penserebbe, ad aver fatto, almeno una volta nella vita, un sogno premonitore.
E' la cosa più semplice del mondo: prendete un'agenda, un taccuino, un quaderno.
Mettetela sul comodino. Appena vi svegliate, al mattino, o durante la notte, col vostro sogno ancora lì, bello fresco, stampato nella vostra mente con colori vivaci... Scrivetelo. Tutto. Fin nei minimi dettagli che vi sembrano poco rilevanti.
Alla fine della vostra giornata, poi, descrivete, sempre sul taccuino, gli avvenimenti principali che vi sono accaduti durante il giorno. E' facile, non trovate? E' estremamente importante essere costanti nel tempo. E dopo un mese, sei mesi, un anno, in quell'agenda voi avrete ricavato il vostro alfabeto onirico.
Paragonando i vostri sogni agli eventi successivi del giorno seguente (raro che la premonizione superi il giorno) voi capirete cosa il vostro inconscio tenta di rivelarvi, a livello sottile. Attenzione, questo non esclude che il vostro inconscio tenti inoltre di comunicarvi desideri inespressi o disagio psicologico, attraverso i sogni che forgia per voi. Oltre a quello, però, come ciliegina sulla torta, credo che vi mandi anche dei preziosi avvertimenti sul futuro prossimo.
Per me, almeno, è sempre stato così. Nel mio alfabeto onirico, se sogno di mangiare avrò una giornata di guadagni. Stessa cosa anche se sogno dei ragni (e se nel sogno mi ricordo di non allontanarli, anche se mi fanno davvero schifo...). Se sogno di vedermi riflessa in uno specchio con i capelli neri, sarà una pessima giornata. Idem se sogno di entrare in acqua, di scendere delle scale, di essere circondata da gatti.
Questo è il mio alfabeto onirico. Che può non corrispondere con il vostro.
E per chi mi risponde che non sogna mai? La scienza conferma che tutti sognano, allo stesso modo in cui tutti, nel sonno, attraversano la fase R.E.M. (Rapid Eyes Movement... avete mai notato che chi sogna muove gli occhi chiusi?).
E ora, cullati da questa fresca brezza serale, sistematevi bene sul cuscino, fate un respiro profondo, chiudete gli occhi... Sweet dreams.