mercoledì 26 giugno 2013

QUANDO SOSTITUISCO MIO MARITO


Marco Donatiello Photographer

E' un evento estremamente raro, ma in alcune circostanze mi trovo a sostituire mio marito in negozio. Per i poveri, meschini e tapini che non se lo ricordassero, mio marito è il titolare della libreria Esotericamente di Torino.
Ogni volta che mi trovo nel suo negozio da sola mi succede di tutto. Premetto che, anche se sono dieci anni che gli chiedo di prepararmi un catalogo coi prezzi aggiornati, esso è ancora una lontana utopia.
Quindi, prego sempre con fervore che non mi entri in negozio qualcuno che vuole acquistare un pendolino o un calderone. Libri. Chiedetemi libri. Di cui sapete già il contenuto e l'ubicazione nello scaffale. Il prezzo poi va da se, è facile, è scritto sul retro di copertina. Se proprio volete farmi felice, comprate i miei di libri, ecco. Di quelli conosco vita, morte e miracoli e sono vicino alla cassa.
Invece, appena rimango da sola entrano i casi difficili (per me, non per mio marito). Una signora che vuole un crisoberillo giallo grezzo. Un'altra che mi chiede un libro che la sua vicina di ombrellone leggeva l'estate scorsa, che parlava di magia e aveva la copertina arancione. (Sconosciuto ovviamente autore, titolo e casa editrice).
Sono qui in negozio da venti minuti ed è già entrato un corriere a ritirare un pacco e il commerciale della casa editrice "Terra di Mezzo" a fare la spunta dei suoi libri in negozio. Povera anima gentile, è di là da solo nell'altra stanza che scartabella e  cerca i suoi libri, sparpagliati con un sistema che solo mio marito capisce. Anzi, è emerso ora. Sembra sia riuscito a cavarsela, mi ha pure lasciato un pacco di caramelle in omaggio. Beh, sostituire mio marito ha i suoi lati positivi.
Solitamente, i clienti di passaggio dal negozio, appena vedono che ci sono io alla cassa si precipitano ad acquistare. Se avevano preventivato di comprare un incenso in bastoncini, escono con incenso, brucia incenso, carboncini e un libro sugli incensi. Perchè? Mica perchè riesco a vendere meglio di mio marito. Neanche per il fatto che una bionda dietro la cassa aumenta le vendite. Il fatto è che io non conosco sempre i ricarichi della merce. Così, inizio a proporre sconti fenomenali. Deve essersi sparsa la voce. Quando poi torna mio marito e scopre che arrotondamenti ho fatto, cade nello sconforto più totale.
Immancabile, proprio ora un gruppo di ragazzine mi ha chiesto quattro pentacoli da portare al collo. Ovviamente, la chiave della teca in cui sono esposti se l'è portata dietro mio marito.
Una volta, è entrato il tipico gruppetto di ragazzi trentenni single, miscredenti. I classici che entrano per farsi due risate, con la scusa che uno di loro ci crede per davvero e deve fare compere.
Hanno iniziato a guardare i riti esposti e scherzando dicevano "Guarda, quanti riti Voodoo, è tutta magia nera!". Io ovviamente sorridevo amabilmente mordendomi la lingua per non parlare. Quando il più temerario si è rivolto a me, chiedendomi come mai tenevamo tanti riti di magia nera, sono esplosa. E' partito un pippone di dieci minuti sul fatto che sono l'autrice di "Voodoo e Candomblè", libro che avevo scritto col preciso intento di sfatare i comuni pregiudizi, che il Voodoo è una religione, non è magia nera, e il termine "Voodoo" stesso, in idioma africano, significa semplicemente "Dio". Sembravano aver compreso pienamente. Mi hanno chiesto, sempre trattenendo le risate, se esisteva un talismano per far tornare una ex. Gli ho risposto "Sì, si chiama Facebook". Dopo aver riso e scherzato, hanno comprato un pendolino e sono usciti.
Qualche giorno dopo, mio marito ha detto di aver sentito quattro ragazzi sui trent'anni che parlavano tra di loro, guardando le vetrine: "Sì, il titolare è una brava persona, un bonaccione. Ma devi vedere lei, la ragazza, eh, lei si vede proprio che fa magia nera...".
Uff, che fastidio. Io non pratico magia nera.
Penso che stasera li maledirò sacrificando un caprone scuro a Mammon.


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