venerdì 24 maggio 2013

APPARENZA

Marco Donatiello Photographer

E' un classico. Ho una nuova cliente come cartomante, che ha prenotato il consulto per telefono. Parlando con mio marito. È la prassi abituale. Quel santo uomo che risponde al nome di Andrea è una specie di jolly, oltre ad essere il titolare della libreria che mi ospita, è anche il mio “segretario personale”. È lui che risponde al telefono al posto mio, lui che filtra le chiamate e che fissa gli appuntamenti.
Non è perché io non voglia rispondere al telefono, è che ho proprio un rapporto problematico con il cellulare. Fosse per me, girerei con una specie di piccione viaggiatore appollaiato sulla spalla e manderei tramite lui le mie comunicazioni. Oppure affinerei maggiormente la mia telepatia.
Insomma, tutto, tutto, pur di non usare il cellulare. Che poi, mi rifiuto di acquistare una di quelle diavolerie tipo I-pad, I-phone, etc. Il mio cellulare non fà le foto, non si connette a Internet, non usa Instgram, non manda MMS. È così antiquato che non riconosce neanche le faccine dei messaggi. Lo so che prima o poi dovrò soccombere a questa consumistica esigenza, e acquistare un I-phone,  ma tiro la corda finchè posso. Il mio cellulare, se và bene e ho fortuna, mi fa conversare con qualcuno. Che poi ho un contratto Wind, e la Wind non prende mai, mai, da nessuna parte. Appena entro in negozio la linea scompare. (Saranno i muri spessi o strane entità ectoplasmiche a fare da scudo? Meglio non approfondire la cosa…).
Poi un’altra cosa orrenda, è che le rare volte in cui sono di buon umore e quindi decido di voler rispondere al telefono, egli viene misteriosamente inghiottito negli oscuri e tenebrosi recessi della mia borsa. E lo sento, da lì, che mi chiama, impaurito e flebile, finchè non si scaricano le batterie e soccombe al suo destino, oppure fino a che la persona che tenta di raggiungermi non si rompe le scatole e riattacca. Poi c’è una specie di legge di Murphy: perché quando, al tatto, cerco di prendere il cellulare, mi ritrovo tra le mani il portabiglietti da visita, il rossetto, lo specchio da borsetta, uno scontrino dimenticato, il pacchetto di fazzoletti e una confezione di caramelle Leone che ha deciso di aprirsi e organizzare una spedizione esplorativa. Se non altro, presa dallo sconforto per non essere riuscita, per l’ennesima volta, a rispondere al telefono, mi consolo con le caramelle che mi finiscono tra le dita.
Probabilmente le mie clienti over 70 hanno più dimestichezza con la tecnologia di me. Mi congratulo mentalmente ogni giorno per essere riuscita a capire come funziona ‘sto blog e come riuscire a scriverci sopra.
Insomma, tornando a noi, le mie nuove clienti parlano con mio marito, quindi non hanno sentito la mia voce giovane; e difficilmente mi hanno visto in foto da qualche parte. Arrivano in negozio, belle come il sole, mi vedono, capiscono che sarò io a far loro le carte e… In alcune di loro noto una strana forma di delusione. Appena accennata. Le più schiette e sincere si confessano.
“Ma no, sai, è che io mi aspettavo che tu fossi più vecchia, più brutta…”
Insomma, nell’immaginario comune, chi ti fa le carte dev’essere una vecchia strega ingobbita con un porro sul naso.  :-)
Gli unici ad essere contenti sono i miei rarissimi clienti uomini ed etero.
Per ovviare a questo inconveniente, mio marito stà iniziando a mentire sulla mia età. (E’ un fetente, lo so). Quando la mia futura nuova cliente chiede al telefono quanti anni ho, lui risponde candidamente “è sui quaranta”. È sui quarantaaa??? E io tutte le creme antirughe, antiocchiaie, antidecadimento fisico che me le spennello a fare allora? Per la cronaca, ho 5 anni di meno. E ne dimostro diciotto. Non contradditemi.
Immancabilmente, le mie nuove clienti mi vedono, aspettandosi, nuovamente, la quarantenne avviata, e mi dicono ingenuamente “Certo che li porti proprio bene gli anni! Dev’essere questo lavoro che ti mantiene giovane.” Io sorrido amabilmente e chiudo l'argomento.
Sto progettando, per vendicarmi, un filtro di eterna giovinezza di cui l’ingrediente principale saranno le unghie di mio marito, ma strappate una ad una, con lentezza e sadismo.

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